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::Chiesa-Santo-Ignazio-di-Loyola a Piazza Armerina » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Santo-Ignazio-di-Loyola - Piazza Armerina

Santo-Ignazio-di-Loyola - Piazza Armerina




Fa parte di uno trai più bei percorsi suggestivi di Piazza Armerina,che attraversi vie strette e curve porta al Collegio dei Gesuiti con l'annessa chiesa di Sant'Ignazio e di fronte quasi a guardarsi reciprocamente,la bellissima chiesa barocca di Sant'Anna.Santo Ignazio I Gesuiti si stabilirono a Piazza nel 1603, richiamati da pubbliche e private donazioni che consentirono la costruzione della chiesa e della Casa professa, la terza della Sicilia, elevata a Collegio nel 1613. La chiesa, la prima intitolata a S. Ignazio dopo la sua beatificazione, ha una facciata in mattoni leggermente convessa, divisa nella parte inferiore in tre campate da lesene d'ordine dorico e adorna da un bel portale. Essa sorge nella discesa di via Vittorio Emanuele accanto la biblioteca comunale. La facciata è caratterizzata da piatte lesene, capitelli di ordine dorico e dal movimento curvilineo delle scalinate a doppio gomito. All'interno troviamo un'ampia navata centrale e due navate laterali molto strette. I gesuiti giunsero a Piazza armerina nel seicento e , come era solito per loro,dedicarono grande attenzione agli studi. Il Collegio ,infatti,ospitò anche un'Accademia letteraria ed una Scuola di studi superiori,passate poi,nel XVIII secolo ai padri Domenicani. Santo IgnazioAttualmente,il piano terra del Collegio ospita,tra le sue sale ricche di affreschi e stucchi,la biblioteca comunale. Della Chiesa di Sant'Ignazio, invece,il bel portale d'ingresso, a cui si accede dai due gomiti di una scalinata in pietra lavorata,e che sembra quasi sorridere a chi,passando,non può fare a meno di volgere lo sguardo,rimane forse l'elemento di maggiore suggestione;l'interno,infatti, a pianta basilicale a tre navate,ha perso molto dei fasti del passato e resistono nel tempo solo un paliotto ed un coro ligneo neoclassico.
L'interno è a pianta basilicale a tre navate con quella centrale molto ampia; alle estremità del transetto, che non sporge dal rettangolo di pianta secondo una tendenza comune alle chiese gesuitiche del tempo, due fastosi altari barocchi in stucco con colonnine tortili e sulla crociera una bassa cupola ottagonale cieca.
Alle pareti e in sacrestia decine di tele (una «Annunciazione», un «S. Ignazio», un «Matrimonio mistico di S. Caterina» un «S. Domenico», ecc.) di buona fattura del 600, 700, 800; nel presbiterio un paliotto d'altare in legno scolpito, un coro ligneo neoclassico, una grande tela raffigurante S. Ignazio recentemente restaurata.
Il collegio attiguo conserva ancora le sue strutture tardo-rinascimentali, specialmente nell'alto portico a pilastri in cotto dell'interno.
San Dpmenico Nel sei e settecento il collegio, anche quando passò ai Domenicani dopo la soppressione della Compagnia di Gesù, fu centro notevole di diffusione dell'istruzione e di organizzazione della cultura, ospitando una Accademia arcadica e il Seminario Chiarandà.
Attualmente in due locali del piano terra, con ingresso sotto l'ombra discreta del grande portico, è ospitata la Biblioteca Comunale, che contiene circa quindicimila volumi, tra cui un centinaio di incunaboli e molti manoscritti, provenienti dalle biblioteche di quattro antichi conventi della città; una delle due sale era sede dell'Oratorio della Confraternita dei Nobili, istituito dai Gesuiti nel XVII sec. e riccamente decorato da affreschi e da pesanti stucchi barocchi; vi si custodiscono alcuni pezzi provenienti dal Museo Civico, ed in particolare il Libro delle Consuetudini e dei privilegi della città di Piazza, contenente documenti che vanno dal 1309 al 1800, uno dei pochi del genere esistente in Sicilia.




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